martedì 5 dicembre 2006

Vita in piazza

That's very Italian. Il commento che ho più apprezzato durante il concerto. Tutto il teatro che quasi viene giù, e una poliziotta tedesca che sarcasticamente quasi non ci crede. Lorena. Eravamo agli sgoccioli del concerto, la platea e i palchetti chiedevano il bis, ormai in preda ad un'esaltazione musicale e ad un mal di schiena che aumentava, battevo le mani e chiedevo il bis anch'io. Come l'ultima volta a Montefalco, là le mani le battevo anche per il freddo, ma ieri no. Forse perché appena alla mia sinistra avevo Trippa, immagino che emanasse una massiccia dose di calorie, come un vecchio termosifone di ghisa, quelli che ormai quasi non si montano più. Larghi e ingombranti. Nell'ombra lo vedevo e sentivo caldo. Poi c'era la scomodità e lo sforzo fisico per la posizione da palchetto laterale. Ogni tanto cercavo di vedere il trombettista cubano, grasso e dall'accento napoletano, che fa ridere la platea ciancicando parole per introdurre la canzone d'amore che ha scritto a 16 anni. Un popolo che nella vita non ha altro che musica è particolare e lo si capisce appena inizia a suonare. Trippa dice che sono superiori, i cubani, belli e intonati. Com'è nello spirito dell'Orchestra di Piazza Vittorio il concerto intreccia generi e razze, un inno all'idea meticcia della vita che sta dietro la nascita di questo complesso musicale. Sul palco si alternano amici e amiche, sorridono tra loro e la musica che ne esce è appassionante. Trippa, ancora lui, dice che è coinvolgente, ma non so se l'ha detto a me. Vicino a me Judith si aspetta un qualcosa tipo Manu Chao, mi compiaccio quando alla fine ammette di non aver ascoltato mai niente di simile. Trippa sta zitto e allora dico, stavolta io, che mancano due musiciste tedesche all'Orchestra e faccio un po' il tonto, ma poco poco. Inaspettatamente mi contengo, ma so che la poliziotta mi piace, mi guarda e mi sorride. Di fronte al sorriso io cedo, sempre. Col passare delle canzoni capisco che il mio inglese va peggiorando, nei prossimi mesi dovrò porre rimedio. Il vocabolario mi manca per una pratica che non c'è più e la grammatica non è mai stata il mio forte. Però Lorena continua a ridermi, nonostante quello che possa sostenere Trippa. Storie di bolero, viaggi, DDR e quattro birre. L'idea meticcia della vita e della musica mi piace, ma già lo sapevo

5 commenti:

Anonimo ha detto...

maledetta tesina da finire...
ho perso una bella cosa
w la ddr e il ddt

Anonimo ha detto...

caro dottorando, i concerti dell'Orchestra sonos empre una bella cosa, ma sabato potresti unirti a me e a Vinti per una bella serata, forse al Norman, forse

Anonimo ha detto...

ce sto

Anonimo ha detto...

verrei anch'io. ma sarò ostaggio delle incertezze di romoletto

Anonimo ha detto...

se andate norman forse m'aggrego...patti