martedì 18 novembre 2008

Starving Lazzaro

Ho fame, forse anche un po' di sete e sto ancora in ufficio. Aspetto fiducioso la cena che forse non arriverà e mi rimetto a scrivere tra il verde di queste pagine. Sono ormai mesi che trascuro i racconti e gli aneddoti dei primi periodi di questo verso aquel, complici due assenze quella di una connessione internet e la mia durante i week-end che spendo tra il letto, il nipote e l'amata Cla. Tra l'altro non rigorosamente in quest'ordine. In tutto questo tempo c'è stato facebook che non c'è più, c'è stato un abbozzo di influenza che non c'è più, c'è stato Aurich che ritornerà, c'è stato anche il mio rifiuto alla cultura e all'arte da cui sto uscendo, ma che lascerà degli strascichi che mi terrò stretti, c'è stata a dire il vero anche una festa cool e tante altre cose. In tutto questo esserci non c'è più Alitalia, ma sinceramente non me ne potrebbe importa' de meno. L'ambiente cool descritto da Gozzi, un po' me piace, un po' me fa apprezza' quella romanità che tanto critico, un po' e basta però. Anzi adesso che ce penso voglio torna' in una festa cool al più presto insieme a Gozzi, vorrei tornare a spettegolare vedendo tutti quei gruppetti che parlottano bevendo mentre tutti si chiedono dove si sono già visti. Lo faremo prima che Giovy abbandoni del tutto la capitale, magari lo faremo la sera stessa che mangeremo un bel piatto de seppioline coi piselli come piace a noi della media valle del Tevere. Detto questo la mia fame è cresciuta, i miei compagni saranno presumibilmente all'uscita 25 o 26 der grande raccordo anulare e io mi voglio impegnare a non far morire definitivamente questo blog, perché come insegna un grande scrittore che qualcuno riconoscerà nessuno si merita di morire due volte. Bona notte e sogni d'oro a tutti

sabato 20 settembre 2008

al freddo e al gelo

Perugia e la campagna del Ponte sembrano fredde viste da qua, sembra freddo anche il vento che agita quello che probabilmente è un leccio e che sta davanti alla mia finestra. Il fastidio per il solito malanno da raffreddamento inizia a passare e così ho deciso che magari si poteva tornare anche a scrivere nel blog. Giusto per ridargli un po' di vita, riprenderà comunque piena dignità appena riuscirò a guadagnarmi una connessione a Montecompatri. Evidentemente il mio fisico ormai è allo sbando e non tollera più il minimo accenno di frescura, il che rende inspiegabile la mia ultima attrazione per i paesi del nord. Mi compiaccio ad immaginarmi salire in biciletta la mattina per andare al lavoro, nel gelo circostante, poi qualcosa mi ferma sempre, credo che fino in fondo non ce la farei a stare lontano da questo pease di pezzenti. Rimane in ogni modo l'idea mista alla voglia di provare prima o poi a vivere e lavorare nel Nord. In un paese ordinato, pulito e civile. Non so, Canada, Danimarca o la stessa Germania. Vorrei evitare di ritrovarmi a mandare un bel vaffanculo a due o tre imbecilli che suonano spazientiti se mi fermo per far passare tre persone sulla carrozzina, queste sono le cose che potrebbero spingermi a lasciare il paese. A me fanno dire "Me ne vado dall'Italia", non è Berlusconi e i colpi di scena del nuovo governo, è la tristezza che ti mette addosso certa gente. L'incapacità di convivere. Qualcuno me la spaccia per creatività, e forse un po' ci ho creduto anch'io, l'ho capito tardi, ma ora sono sicuro che invece è approssimazione o al massimo cialtroneria, come potrebbe dire Gozzi. Mentre rifletto su cosa mi ferma dall'andarmene via, prometto di tornare sull'argomento fuga e aspetto la visita della Cla

sabato 16 agosto 2008

Sailing

Ho trovato questo video a spasso per youtube,ora preparativi per la piscina del pomeriggio. Me sa che mi scotterò

Laser

Finalmente riesco a trovare il modo di dedicare un piccolo post alla barchetta che voglio comprare e alla vela. Presto dedicherò un racconto al corso che ha segnato i miei ultimi weekend. Ignoro completamente chi siano i protagonisti, ma il video rende l'idea comunque. Comunque...

venerdì 4 luglio 2008

le tour

Domani inizia il Tour e me ne sarei dimenticato se non fosse per Trippa e i suoi messaggi. Credo che sarà un'edizione orribile, ho letto qualche nome, le solite polemiche sul doping e credo proprio che farà schifo, grazie agli organizzatori, come è successo negli ultimi anni d'altra parte. Kreuziger è il mio outsider non lo conoscevo e solo leggendo qua e là tra le pagine web del corriere delle sera è uscita la faccia di Mara Carfagna, quella del nostro Presidente del Consiglio e la maglia oro del giro di Svizzera vinto da questo ventiduenne ceco. Ha vinto mondiali under 19 ed è arrivato tra i primi 6 praticamente in tutte le corse a tappe che ha disputato. Così indagando è diventato il mio nuovo riferimento ciclistico. Vedremo se riuscirà a vincere almeno una tappa, se diventerà il nuovo Tonkov forse atteso da Gozzi o se sarà la solita bufala che arriva dall'est.
Detto ciò aggiungo pure l'attesa per la manifestazione in Piazza Navona di martedì e la speranza per la successiva partita a playstation con Gozzi. Ormai il mio viaggio in Liguria è sfumato, per la dabbenaggine di pochi, per l'esattezza quelli che mi hanno fatto stressare tutta la costa tedesca sul mare del Nord e che solo oggi mi hanno detto che la via d'accesso al sito è completamente chiusa per altri lavori. Bravi. Complimenti, io non voglio incazzarmi troppo, penso alla barchetta che mi attende e scappo in cucina a finire l'ultimo pezzetto del cocomero che ha accompagnato ogni mio pasto da ieri. Hasta pronto

giovedì 3 luglio 2008

Flush

Ho deciso che tutte le mie prossime pause pranzo in solitaria saranno dedicate al recupero di questo blog, ormai degradato dal tempo. E partirò proprio dalla mia mancanza di tempo, e dalla mia ormai dichiarata incapacità di gestire la vita al di là del lavoro. Non riesco più a gestire le sveglie mattutine. I week-end sfuggono di mano e vedo il meraviglioso Diego sempre per un tempo davvero troppo ridotto. Non riesco più a passare un'intero pomeriggio con mia sorella, il cinema è come se ormai non ci fosse, e qualche amico lo vedo semplicemente per caso. Bene. Oggi dovendo tagliare i capelli non ho avuto sufficiente tempo per fare la barba, ora mi pizzica un po'. Benissimo. Temo che tutto ciò sia solo una conseguenza del continuo viaggio Perugia-Roma e Roma-Perugia, la soluzione più semplice sarebbe evitare per quanto possibile il viaggio stesso, ma non è né credibile né fattibile. L'alternativa che si affaccia è quella già impugnata dal saggio Gozzi, decidere indipendentemente dal mondo cosa fare del week-end e delle feste comandate aspettando soltanto di vedere se qualcuno ha le stesse idee. Sinnò pacienzia. Ecco, mi sembra una vita più logica e condivisibile. Senza organizzazioni altrui, senza cellulari che squillano per un pomeriggio e senza far torto a nessuno. Senza rispondere ai cellulari se squillano. Sarà un mondo migliore e con una persona meno nervosa tra il venerdì e la domenica. Intanto corro a preparare il mio caffè del pomeriggio e lascio un saluto al mondo intero

mercoledì 2 luglio 2008

paseando por las calles

Rubo tra le fotografie dell'amata Cla una finestra granadina, il primo segno della vacanza che è stata su questo blog. E rubo dalla pausa pranzo minuti per scrivere della bellezza di questa città, della bellezza del mondo visto da là e della bellezza di dormire senza sentire la sveglia nella piazzetta dell'università. O più probabilmente dovrei parlare della bellezza di spengere la sveglia senza rendersene conto, solo per rimanere tra quelle piazze piene di magnolie e aranci. Dopo tre anni senza vacanze avevo bisogno affrontare il calore estivo in ciabattine, bevendo orzata e scoprendo la più buona bevanda la mondo. Il frappè all'arancia. Ho riflettuto una notte intera senza riuscire ad individuare una bevanda altrettando buona, improbabile e pastosa. Provatela tutti, migliorerà la vostra vita in qualsiasi momento possiate trovarvi. Ne sono sicuro. Un po' come pensare alla pasticceria in mezzo alla festa dell'unità a Roma, ma questa è già un'altra storia per pochi. Forse solo per me e Gozzi. Il ritorno alla realtà dopo le mie difficoltà di vocabolario spagnolo e le risate nel bagno arabo è stato comunque solo vagamente traumatico. Ha semplicemente segnato l'inizio delle mie aperte ostilità verso la città ignobile che vedo dalle mie finestre frascatare. Ignobile, che non riesce a farsi salvare nemmeno dal profilo del cupolone contro il rossastro del tramonto estivo. Ignobile per i suoi abitanti, rozzi, romanisti e incivili. Dove delle vecchiette vengono fatte aspettare allo sportello del Monte dei Paschi per almeno 15-20 minuti semplicemente perché il cassiere deve prendere un caffè mentre l'aria condizionata ovviamente non funziona, col direttore che senza alzarsi dalla poltrona su cui siede dice alzando la voce di aver pazienza a chi si lamenta. Una città caciarona e fascista, tra l'altro. Così da quassù guardando Roma viene voglia di canticchiare un flamenco e appendere nostalgicamente l'intero Albayzin alla parete dell'ufficio

giovedì 12 giugno 2008

Cerase


Ma lo sapevate voi che quando si mangia il primo frutto della stagione si può esprimere un desiderio? Io no. Ho purtroppo già mangiato il primo melone, la prima pesca, la prima albicocca, la prima fragola e il primo cocomero. Sono rimaste le ciliegie, e ieri le ho comperate in offerta per poter esprimere un desiderio. Il dubbio è stato quando esprimere il desiderio, mentre si ingoia, quando si guarda la vaschetta piena di ciliegie e si decide quale mangiare dal mucchio, quando si sta già masticando. Alla fine mi è sembrato un giusto compromesso l'istante del morso, appena addentata la polpa senza averla staccata dall'osso o come si dovrebbe dire dal nocciolo. Vi saprò dire se ha funzionato oppure no. L'altra alternativa che mi rimane sono le prugne tra un po'. Intanto la Spagna incombe, col suo carico di sole e ricordi, bandiere appese alle finestre e ciabattine per passeggiare. C'è bisogno di una vacanza, dopo due anni senza ferie, tra un master e cento impianti termici, ora finalmente punto al grande slam nel 2008, vacanza di inizio estate, vacanza di piena estate e vacanza autunnale. La prima è già decisa, la seconda quasi, ma per la terza vedo ombre e aspetto adesioni e suggerimenti. Mentre una Spagna grassoccia aspetta il mio ritorno e si culla tra i goal di Villa, io cerco di riprendere il filo del progetto ligure che trascino da un po'. Salut au monde

mercoledì 30 aprile 2008

Tavolozza

In questa mia feconda pausa pranzo partorisco idee, partorisco proposte per un week-end d'eccezione. Per la mia nuova casa nella pronvicia romana, quella di Zingaretti e non di Alemanno, quella dove se magna e se beve e ce stanno i laghetti blu.
L'idea che ispira il post è pura utilità, servono gambe poco allenate, ma volenterose per una partita di calcetto, per venerdì pomeriggio indicativamente verso le 18, ce divertimo tra amici e poi andamo tutti a bere insieme la sera. Io e Gozzi ce semo, ce sta pure Cagnini, 'l Cava, Nasic in forse e mi auguro Papalini con i due Vinti. Logicamente anche Go, che ancora non lo sa. Trippa no, Bozzi lo devo sentire, ma non so a che numero di cellulare chiamarlo. Chi si vuole unire è il benvenuto. Ecco dopo questa comunicazione di servizio, ne faccio subito un'altra a mio uso e consumo.
Ieri la mia mente malata ha partorito un'idea che direi meravigliosa, troverà poca disponibilità tra li amici mia, ma io la lancio ugualmente. Ho già una fotografia del buon Pampa e un quadretto dell'amata Cla ad adornare e colorare le pareti bianche della mia mansarda. Sarebbe bello poter avere dei quadretti o foglietti disegnati da tutti li amici mia, così per chi vuole abbellire la mia nuova mansarda metto a disposizione tele e fogli da colorare, eventualmente anche colori. Mi piace molto la possibilità di appendere quadri o fotografie fatti da gente amica, gente di sinistra, chi ha voglia di perdere un po' di tempo a disegnare o dipingere per la mia mansarda e la mia gioia è ben accetto. Io inizierò in questi giorni un quadretto in acrilico, sarà brutto, sarà un patacca di banalità, ma credo che alla fine ne uscirà qualcosa di divertente. Aspetto fiducioso, ma non troppo, i primi che vogliano iniziare a disegnare. Cordiali saluti

giovedì 17 aprile 2008

Moskovskaya

Avrei voluto comprare un babà, mi sarei accontentato anche di qualche biscotto al cioccolato e invece ho comprato una bottiglia di vodka russa. Sono uscito a fare compere per la mia cena e non sospettavo la bellezza di questa bottiglia. Quella della vodka moskovskaya. Verde e d'orata come questo blog. L'ho vista e ho deciso che avrei rispolverato la rubrica di cucina con un piatto semplice. Veloce e poco salutista. Si mischiano panna, concentrato di pomodoro, magari un peperoncino, parmigiano e logicamente vodka. E' facile poter poi aggiungere le pennette Ceccato, quelle che costano poco, quelle che ormai hanno già riempito la mia credenza e non si scuociono poi tanto facilmente. Il problema ora è come poter consumare un'intera bottiglia di vodka visto che per un piatto di pasta abbondante non credo di riuscirne a consumare più di un cucchiaio. Vabbè, ho ceduto, ho fatto un acquisto impulsivo, inneggiante alla madre Russia e poco sensato. Stasera appena inizierò a sentire l'odore del burro che si scioglie in padella aggiungo un po' di peperoncino e appena di pomodoro concentrato, guardando qualche minchiata preserale in TV butto con disinvoltura del sale e quasi subito dopo apro e butto in padella la panna da cucina. La vodka arriverà appena inizia a bollire o giù di lì. Fatto, il programma preserale ancora ronza per la stanza e io scolo la pasta, aggiungo il parmigiano al calderone di panna, vodka e burro e so già che nella nottata mi pentirò di averla mangiata. Salut au monde, ora caffè per il pomeriggio di lavoro dipendente

mercoledì 16 aprile 2008

chi 'n è morto s'arvede

Le settimane di lontananza dal blog pesano. Ormai ammetto di latitare da mesi con post sempre più svogliati e tempo limitato da poter dedicare a queste pagine. Ma tempi migliori arriveranno, forse non è la frase che ci si aspetterebbe in questi giorni, ma rimango ottimista. Regalo tra l'altro a li amici mia di sinistra ormai storditi un'immagine soleggiata della destrorsa Montecompatri. E' bellina secondo me, nonostante lo spirito fascista e con una sola piazzetta incasinata rimane bellina. Casa mia tra l'altro non si vede da questa fotografia, ma tant'è... c'è di peggio nella vita. Così mentre una bella fetta degli ultimi 100 anni e passa scompare, io non mi sento molto sconvolto, temo anzi di ritrovarmi vagamente sorridente, esattamente come potrebbe esserlo un demente. Affiorano minuti di assoluto sconforto, quello sì, ma passano presto sopraffatti dall'incapacità a comprendere i miei stati d'animo. Finalmente però si avrà l'appiattimento totale di questa società che non riesce più a proporre nulla, né idee, né rispetto, né progresso. Finalmente faremo 'l botto. Manco un po' di bellezza si vede più, manco quella. Aspetto fiducioso l'annuncio del prossimo avvio del programma nucleare italiano, delle centrali a carbone, della riduzione della mia quota IRPEF e della quarta rete Mediaset. Di lavoro nemmeno parlo, tanto sembra evidente che non interessa più a nessuno. Cercherò solo un po' di attività politica extraparlamentare, rimane l'unica soluzione che vedo, ho bisogno solo di un paio di mesi per capire cosa succederà.

sabato 8 marzo 2008

Pacificamente


La malattia, la cosiddetta pacifica, arranca e lentamente ne uscirò, forse per la metà della settimana che incombe. Maledizione. Ma ormai non conviene lamentarsi troppo, preferisco la semplice imprecazione alla lamentela. Oggi nel vano tentativo di ricercare un vecchio cd ho ritrovato un playmobil del galeone dei pirati, quello col fez marocchino, quello che stava in cima all'albero maestro della nave. Secondo me chiaramente il più bello di tutti. Non ricordavo quanto mi piacessero i pirati da piccolo, molto, ora che ricordo. Li guardavo disinteressatamente prima di leggere il corsaro nero, il vero e proprio libro della svolta. Prima non leggevo quasi per niente e prima non mi interessavano i galeoni da mettere nella vasca del bagno. Ma con quel libro è iniziata una passione dell'infanzia con il vestito nero, da corsaro, indossato a carnevale, con la benda e il mantello. Lo spadino alla destra di un bambino impacciato anche perché cieco da un occhio e con i baffi finti disegnati. Le feste del martedì grasso a scuola erano divertenti camuffato così, da fuorilegge e ribelli, immagino di aver avuto il mio fascino anche se limitato da un solo occhio libero. Temo però che sia soltanto immaginazione, diciamo pure che non ero il più ambito delle sezione A del Giovanni Cena. Chissà però com'è che tanti bambini rimangono affascinati dalla figura del pirata, chissà se è la vita in mare, le spade, i colori dell'abbigliamento o semplicemente l'oro. Magari sotto sotto nei bambini cova un'idea di ribellione, una lotta contro un potere dispotico descritta sommariamente dalle gesta dei pirati di Salgari, magari è questo il fascino che si cerca con una benda all'occhio e lo spadino di plastica. Ma ora basta passioni infantili, il sonno incombe, un saluto al mondo sano che pasteggia limoncello, io proverò a seguirne l'esempio con un misurino di sciroppo e domani sarò un uomo migliore

venerdì 15 febbraio 2008

Immagini

La capoccia è incredibilmente più grande delle mani, ma è bello 'l mi nipote. E celebro così anche l'operazione di mia sorella che si è conclusa con due punti su di un dito, sotto l'unghia se ho capito bene, mi fa impressione solo a pensarci. Meglio evitare. Pubblicherò tutte le immagini in una sezione del prossimo album fotografico. Dopo Yahoo e dopo Flirck credo che mi accontenterò di quanto a disposizione in Alice. Almeno è gratis pagando l'abbonamento ad alice. Sono esasperato da questa continua richiesta di denaro, tutto ormai deve essere pagato. Che sia mediocre o meno, ci rifletto e sinceramente ne rimango schifato. Sospetto anche che maggiore sia la qualità di un servizio e minore dovrebbe essere il suo costo. E' possibile che per mettere delle fotografie in un maledetto spazio web si debba pagare più di 20 € l'anno? Non per il prezzo, ma per il semplice fatto di voler condividere qualcosa con degli amici e non poterlo fare gratuitamente, in un certo senzo liberamente. E' ignobile, la tecnologia va messa al servizio di tutti a prezzi modici e sensati, con spazi liberi e condivisibili. Perché per rendere disponibile a tutti ciò che per me è bello devo essere costretto a pagare, perché? Non vedo nessuna valida motivazione dietro a tutto ciò. Non chiedo niente, voglio soltanto condividere un'immagine. Cancello tutto da Flirck e lo chiudo, ecco, giusto il tempo di trasferire su alice quelle due o tremila fotografie e il gioco è fatto...ci sarebbe a questo punto da valutare la possibilità di spendere denaro pubblico per dotare di rete Wi-Fi le città, se ne parlava in settimana, rendere l'informazione fruibile a tutti in qualsiasi momento della giornata. Disporre i quartieri di alcuni punti con computer pubblici, ma questo già è un discorso molto più azzardato, per ora mi accontenterei di poter condividere immagini facilmente, mi piacerebbe molto che nessuno chiedesse più soldi per pubblicare le mie immagini, per quanto orribili possano sembrare ai più. Scappo a famme bello, lascio la polemica in sospeso, ma domani proverò a affrontare l'argomento affitto, case da studenti e case pagate in nero. Qua sennò pare che il problema del paese sia diventato l'aborto e le alleanze di Veltroni, mo birretta in centro

domenica 3 febbraio 2008

Into the wild


...
I've got this light
I'll be around to grow
Who I was before
I cannot recall

Una bella canzone con una sorprendete storia dietro. E in mezzo a tanto tempo speso senza passare tra queste pagine di bolero c'è stato molto. Un Diego in più. Che sorride compiaciuto dopo aver mangiato, chiude gli occhi e sorride senza guardare nessuno, stringe i pugni soddisfatto solo di sé, come potrebbero esserlo poche persone dopo qualche goccia di latte. E poi una bella storia, quella raccontata dall'ultimo cd di Eddie Vedder e dal film di Sean Penn. Credo che a molti sia capitato di voler fuggire, chiudere con tutto quello che si ha e partire. Magari in Messico, magari al Ponte, magari a Ceppaloni o forse in Alaska o alla caccia di balene. Credo che se si fugge si sta male, quello che si cerca è un'altra vita, che non c'è quasi mai, per quanta curiosità in più si abbia nei primi giorni della fuga, per quanta eccitazione sia ad accompagnare il viaggio, mi immagino la difficoltà di trovare conforto nel cancellare tutto. Non credo che ce la farei, ma io sono un uomo debole, si sa. Però la partenza e tutta la novità dei primi giorni è bella, la gente nuova che si conosce vale tanto. Ma a me è sempre sembrato poco rispetto a persone con cui si sono spesi anni, forse anche quelli più belli. Da qualche tempo comunque sto ricordando il Marocco, quelle montagne colorate e le piazzette che puzzano di tè e tagin, e l'equilibrio di una società lontana dalla nostra. Dovessi fuggire forse arriverei là, sull'Atlas. Mi vestirei da tuareg e inizierei a tessere un tappeto da vendere a peso d'oro ai pochi turisti, fischiettando da idiota come qualcuno non faticherebbe ad immaginarmi. Chissà dove fuggirebbero li amici mia, se fuggirebbero prima di tutto...ci rifletto e scappo a mettere le scarpe, che con i piedi freddi si va poco lontano

venerdì 4 gennaio 2008

L'Italia, l'energia nucleare e gli ingegneri

L'ingegnere italiano. Novembre 2007.
Arriva con un mese di ritardo, ma arriva, puntuale, propone articoli privi del minimo interesse e lo pago anch'io. E' un magazine rivolto a tutti gli ingegneri d'Italia, gestito dal consiglio nazionale degli ingegneri. Non c'è una seria informazione tecnica, ma ci sono tanti articoli che finiscono a parlare di politica e opinioni. Molto spazio dato al Congresso Nazionale degli Ordini d'Italia. La rivista si chiude con un discutibile articolo sulle energia nucleare. Così io torno a scriverne e credo che aggiungerò una bella lettera al direttore e al presidente del CNI. Inizio a sintetizzare quanto scritto nell'articolo, da tale Sabino Gallo. Dove, alla stregua di quanto potrebbe fare un Casini completamente ignorante di reali conoscenze tecniche, si propone il nucleare come unica fonte che possa sostituire progressivamente quelle tradizionali. Non si capisce che senso abbia quel progressivamente alla luce di un uranio che potrebbe finire tra 40-50 anni, la curva o ciclo di Hubbert non sono utilizzati solo per il petrolio, ma questo non viene scritto. Si aggiunge poi che solo la fonte nucleare può assicurare per alcuni secoli una produzione di energia sufficiente. E' ridicolo che vengano pubblicati certi articoli, soprattutto se a pubblicarli è l'organo di informazione degli ingegneri in Italia. E' ridicolo e basta, non c'è molto da aggiungere. Invece che protestare tanto per le varie liberalizzazioni e la cancellazione delle tariffe minime, sarebbe ora che si cominciasse a protestare chiedendo la cancellazione degli ordini professionali. Non servono a niente. Mantengono in vita una specie di casta protetta i stretto rapporto con le amministrazioni locali, che punta farsi eleggere per ottenere politico, che garantisce determinati lavori. E' la stessa casta che viene spesso rieletta da una minoranza e che non cambia mai, ma proprio mai, per anni. All'interno degli ordini si parla, di tariffe, di costi delle prestazioni, del ruolo dell'ingegnere e del problema che periti e geometri hanno le tariffe più basse. Di quante tasse paga un libero professionista. Non ancora ho assistito a workshop o seminari seri di approfondimento tecnico. Mai. Non si riescono ad organizzare, magari un piccolo gruppo di persone può provare a fare qualcosa, ma senza seguito, questo sì. Ci sono poi un numero doppio di segretarie rispetto a quello che è l'effettivo lavoro, ci sono i pasticcini, i cioccolatini, ma gli uffici stanno aperti al pubblico quattro giorni alla settimana. Credo che lo stesso valga per medici, avvocati, agronomi e architetti, sarebbe ora che si riformasse realmente un tale sistema che non produce proprio niente e aiuta solo pochi

giovedì 3 gennaio 2008

Omaggio

Ho deciso di iniziare con l'immagine datata del compleanno di Giovi al Circoletto, con pizza, vino, crostata e Go tra le donne. Comunque ecco qua la lista promessa, spero che regali più de n'emozione a Giovi stesso, che ha investito tanta parte delle risorse economiche di questo mondo per regalarmi il buono, con la firma di Ornella in bella mostra, tra l'altro:
  1. Cormac McCarthy - La strada
  2. Philiph Roth - Lezioni di anatomia
  3. Ian McEwan - Amsterdam
  4. William Faulkner - Mentre Morivo
  5. Orhan Pamuk - Il libro nero
  6. Giancarlo de Cataldo - Nelle mani giuste
  7. Antonio Lobo Antunes - Buonasera alle cose quaggiù

Mo scelgo che libro portamme a Foggia la prossima settimana, tra i montarozzi de quelle parti e qualche mulino a vento

Angola


Il raffreddore sta passando, la gola non pizzica più e la febbre se n'è andata, finalmente. Mi affaccio alla finestra e continuo a vedere le montagne intorno innevate, sembra che voglia nevicare ancora. Ma perché? Che bisogno ha "la dolce linea che disegna la campagna umbra" di un'altra nevicata, di neve intendo. Non ne vedo l'esigenza. Non sopporto più l'inverno, credo che sia questo il problema, il freddo e il grigio. Preferisco la primavera e l'estate, con le minigonne e le donne abbronzate che passeggiano per il centro. Anche se io rimango pallido ad aprile come d'estate, comunque, ma questo è un'altro problema. Succede che in queste giornate invernali mi ritrovi a guardare il mio nuovo libro verde, corposo e a pensare all'Angola. Poi mi chiedo com'è che gli unici libri africani che abbia letto siano stati scritti in Angola, com'è che senza saperlo mi ritrovo un libro di Lobo Antunes che parla di Angola. Com'è che non ho vinto 520 € scommettendo sulla vittoria 2-1 dell'Angola nella partita d'esordio agli ultimi mondiali. Com'è che l'unica canzone che è rimasta della mia vecchia esperienza di emule sia Angola di Cesaria Evora, quella che sento sempre all'Osteria del tempo perso. Inizio a pensare all'Africa, inizio a preoccuparmi di tutte queste coincidenze. Credo che prima o poi sia necessario visitare questo continente, il deserto e una realtà con tempi completamente diversi. Forse. Non riesco bene nemmeno a immaginarmi come potrebbe essere un viaggio in Africa, in Angola per l'esattezza. Ma proverò a iniziare con un libro di Lobo Antunes che inizia così:

Non so se lei disse
-Era questa la casa
o
(forse)
- Vent'anni fa noi
o
(può darsi, non ne sono sicuro)
- Ho abitato qui
oppure non disse nulla, si limitò a salire da Muxima per
venirmi accanto, forse un po' davanti a me...
E' bello quest'inizio e mi sento di lasciare qua in fondo l'invito a leggere Lobo se non lo avete mai fatto. Ora l'omaggio a Gozzi con la lista dei libri comperati col buono.