sabato 8 marzo 2008

Pacificamente


La malattia, la cosiddetta pacifica, arranca e lentamente ne uscirò, forse per la metà della settimana che incombe. Maledizione. Ma ormai non conviene lamentarsi troppo, preferisco la semplice imprecazione alla lamentela. Oggi nel vano tentativo di ricercare un vecchio cd ho ritrovato un playmobil del galeone dei pirati, quello col fez marocchino, quello che stava in cima all'albero maestro della nave. Secondo me chiaramente il più bello di tutti. Non ricordavo quanto mi piacessero i pirati da piccolo, molto, ora che ricordo. Li guardavo disinteressatamente prima di leggere il corsaro nero, il vero e proprio libro della svolta. Prima non leggevo quasi per niente e prima non mi interessavano i galeoni da mettere nella vasca del bagno. Ma con quel libro è iniziata una passione dell'infanzia con il vestito nero, da corsaro, indossato a carnevale, con la benda e il mantello. Lo spadino alla destra di un bambino impacciato anche perché cieco da un occhio e con i baffi finti disegnati. Le feste del martedì grasso a scuola erano divertenti camuffato così, da fuorilegge e ribelli, immagino di aver avuto il mio fascino anche se limitato da un solo occhio libero. Temo però che sia soltanto immaginazione, diciamo pure che non ero il più ambito delle sezione A del Giovanni Cena. Chissà però com'è che tanti bambini rimangono affascinati dalla figura del pirata, chissà se è la vita in mare, le spade, i colori dell'abbigliamento o semplicemente l'oro. Magari sotto sotto nei bambini cova un'idea di ribellione, una lotta contro un potere dispotico descritta sommariamente dalle gesta dei pirati di Salgari, magari è questo il fascino che si cerca con una benda all'occhio e lo spadino di plastica. Ma ora basta passioni infantili, il sonno incombe, un saluto al mondo sano che pasteggia limoncello, io proverò a seguirne l'esempio con un misurino di sciroppo e domani sarò un uomo migliore