venerdì 28 settembre 2007

El pibe de oro

Al Ponte si celebra il compleanno di quella meravigliosa creatura che è mia sorella, bassetta e cieca come tutta la famiglia, ma bellissima, forse più del fratello. Forse. Gli auguri li appena fatti telefonicamente e sono venuto a conoscenza dei primi piccoli indizi sul nome del futuro nipote. Diego. Come Santiago, come Iago, come Jacob, come Giacomo. Ma l'associazione che ha riempito i miei pensieri è stata Armando, e subito dopo Maradona. Che bellezza sarebbe avere un nipote col nome di Maradona. L'ultima figura carismatica della sinistra a livello internazionale, come riconoscemmo qualche tempo fa insieme a Trippa. Come probabilmente mi sarei chiamato io se non fossi Federico, la scelta appare comunque ardua, vista da lontano come da vicino, di tempo ce n'è e gli ultimi giorni potrò dire la mia di persona. Già perché oggi la cara Tanja ha dato la quasi definitiva conferma che saremo di ritorno per dicembre. Ho accumulato un po' di email a cui rispondere, perdonatemi tutti, lo farò a partire da lunedì prossimo dato che in questo fine settimana ci spostiamo a Oldenburg per un festa della città, personalmente senza troppo entusiasmo, ma magari comprerò qualche dolcetto tipico. Un buon fine settimana a tutti, qua si annuncia piovoso, ma piovoso piovoso, spero soltanto che nella Perugia dei locali che chiudono e riaprono con un look vip il sole splenda per tutto il week-end

sabato 22 settembre 2007

Semo romani, trasteverini

semo signori senza quatrini...
Grabiella Ferri avrebbe condiviso la mia gioia. Avevo annunciato un racconto e ci sarà, ma oggi la giornata è stata riempita da un incontro, quello con il pecorino romano. Abbiamo trovato un supermercato in cui hanno il pecorino romano, non ho il coraggio di scrivere il prezzo al chilo, ma ne vale la pena e si partirà subito con una serata all'insegna degli spaghetti cacio e pepe, personalmente preparati dal sottoscritto. Dopo la Spagna avevo dimenticato di divertirmi tanto a cucinare, qua per spirito di patria o non so bene come chiamarlo, sto ripercorrendo la tradizione della cucina italiana. Forse sarebbe il caso di chiamarla esasperazione da döner kebap, non riesco più a sopportarne l'odore. Fatto sta che mi diverto davvero. Ma bando alle ciance e veniamo a noi, alla storia promessa, l'immagine rimarrà comunque a celebrare la scoperta del pecorino romano ad Aurich. Mr. Wobben, dicevamo... la persona che ha fondato Enercon, pare dopo un viaggio in Danimarca, pare dopo aver visto là come i contadini si rifornissero di energia elettrica con le girandole o windmills che dir si voglia. Pare, ma questo lo lasceremo alla leggenda. In East Fresia sono tutti contadini, e tutti lavorano sotto la pioggia e al vento, immagino che sia stato facile iniziare a vendere piccoli generatori per la produzione di energia elettrica, facile con un minimo di conoscenze tecniche. In tutto ciò va detto che Wobben credeva in questa tecnologia che rispettava l'ambiente, che aveva permesso ai contadini del nord di avere una risorsa in più, non aveva protetto la propria tecnologia con dei brevetti o lincenze internazionali. Anzi la proponeva e la mostrava a chi lo chiedesse, in buona fede, come credo siano ancora i tedeschi di queste parti. Si ritrovò a spiegare ad un americano il funzionamento della proprie turbine eoliche e gli mostrò i particolari. La società si ritrovò a crescere rapidamente, e se ho capito bene, ma qua forse mi sono distratto dal racconto che mi stava facendo l'avvocato dell'azienda, Mr. Wobben si è ritrovato a poter esportare negli Stati Uniti la propria tecnologia. A poter raggiungere un altro mercato che non fosse quello europeo. Arrivato negli Stati Uniti si ritrovò la propria turbina eolica già sul mercato e con un altro nome, protetta logicamente da brevetti validi per gli Stati Uniti. Iniziò una catena di processi che portò Wobben fino alla corte suprema, con disegni, fogli e documenti che dimostravano come la sua idea e la sua tecnologia fossero state rubate. Ma tutto ciò che riuscì ad ottenere fu di sentirsi chiedere se, date le sue insistenze, non fosse per caso un nemico degli Stati Uniti d'America. Il processo fu perso e la sentenza condannò Enercon a rimanere fuori dal mercato americano fino al 2008, credo, ma su questo temo di essermi perso un'altra volta. Comunque si dice che Mr.Wobben non voglia più avere a che fare con un paese come gli USA, magari questo lo lascio sempre alla leggenda, ma mi piace pensare di lavorare per un uomo che da solo si è schierato contro gli Stati Uniti e la loro corte suprema.

giovedì 20 settembre 2007

Il gatto con gli stivali

Uscito dal nostro pub preferito ho diciso di venire qua a dedicare un post ai gatti. Per non avere letto quando avrei potuto un libro di Vecchioni, Diario di un gatto con gli stivali, per aver invece adorato il gatto con gli stivali di Sherek, e per il mio gatto perugino obeso. Aggiungo l'ultimo e più importante motivo, un nuovo gatto direttamente dai sobborghi di Aurich. Pippa. E' comparso la prima volta due o tre settimane fa, piccolo, di qualche mese e non più. Lo abbiamo iniziato a sfamare e da quel giorno ce lo ritroviamo sempre intorno, ormai fa parte delle nostre serate. Si medita di portarlo a Roma nel futuro. Da un paio di giorni era scomparso e sinceramente dato il suo status di randagio non ce ne preoccupavamo tanto. Oggi ci siamo ritrovati a correre dal veterinario, prendendo due ore di permesso con il nostro povero Pippa. Gracile e sbandato, faceva davvero pena, giuro di aver provato raramente tanta pena. Uscendo di casa dopo pranzo ci siamo visti Pippa, che non riusciva ad aprire un occhio, che camminava a stento, e che non sembrava nemmeno vederci, miagolava, solamente dei miagolii. Abbiamo mosso tutto il dipartimento per riuscire a trovare un veterinario nella zona e il risultato è stato di raccattare un cartone per il nostro gatto da poco investito da una macchina. Forse nemmeno da poco, forse da due giorni. Il veterinario non è riuscito a dirci molto, solamente che l'occhio destro del nostro Pippa è perso, che forse ha una frattura vicino alla testa o proprio in testa e che dovremo aspettare domani per sapere cosa fare. Qualcuno lo ha investito prendendolo in testa e lasciandolo là. Abbiamo scoperto con certezza che ha solo quattro mesi. Se si salva verrà con noi a Roma, cieco o in qualsiasi stato sia, se tutto va bene cercherò di farlo diventare strafottente come piace a me. Mannaggia quanto mi dispiace per 'sto gattino, intanto auguro dei sogni d'oro generici e me ne vado a letto che domani alle 7:30 voglio essere in ufficio

sabato 15 settembre 2007

Tutto il resto è noia

Ho trovato questa immagine dell'Ostfriesland, se poi il nome tedesco l'ho scritto bene o male non lo so, vado a tentativi con questa lingua. Credo che per parlarla bene siano necessari almeno tre anni. Almeno tre, sì. Avrei una storia meravigliosa da raccontare, giusto per farvi capire un po' che razza di gente mi circonda e da lavoro, ma il racconto lo rimando alla prossima settimana per far contento Trippa che mi chiede della noia, o meglio di quanto riesca ad annoiarmi. Poco, sinceramente, credo per vari motivi. Comunque poco, prima di tutto perché se si riesce a stare bene con se stessi è difficile annoiarsi e secondo perché anche se vivo in un paesetto come Aurich ho le giornate molto piene. Mi ritrovo sempre qualcosa da studiare o da fare al di fuori del lavoro che comunque riempie le giornate. Certo qua bisogna essere capaci di apprezzare cose semplici, una birra e quattro chiacchiere, non chiedere troppo e bere caffè brodosi a colazione, ma sotto sotto non vedo grandi differenze tra questa vita e quella che facevo prima. Mancano molte persone con cui vorrei passare le serate, mancano le serate perugine o romane che siano, ma questo lo sapevo prima ancora di dover arrivare a Brema a fare il colloquio. Proprio tutto e sempre tutto non si può avere, qualche periodo nella vita con un po' meno di quello che si vorrebbe si deve poter accettare. Ma questa non è noia. Si fa una vita rilassata di campagna, niente grandi città affollate e pochissimo stress, un lago vicino, il mare un po' più in là e ci si ritrova tra stranieri a parlare di Italia, di Germania e a cercare di capire da lontano le cose. Magari a fare confronti tra sé e gli altri e si cresce anche così, anche se qua la pasta non la sanno cucinare. E poi sto incontrando belle persone, Lorenzo e Stefano, un terzo italiano, i portoghesi che affollano gli uffici dell'azienda e i tedeschi su tutti. La noia forse arriverà, ma sarà un momento, caro Trippa, come sempre e poi passerà con un passeggiata e una Beck's che come ho scoperto solo da un paio di settimane arriva direttamente da Brema. Per il caro compagno Pampanelli, uomo da birra chiara e tabacco, consiglio una birra di questa campagna, amara e con un'etichetta dorata: Jever. Forse alla Zozza la potrebbero avere, diventerà l'alter ego della Alhambra di Granada. Chiudo con l'anteprima del racconto, i protagonisti sono Mr.Wobben (fondatore e unico proprietario di Enercon), gli Stati Uniti e la corte suprema degli stessi. Io amo già quest'uomo. Ah, visto che Benedetto e Alessandra già dovrebbero conoscere la storia, se non ne posso parlare in pubblico me lo facciano sapere, ma credo che tutto sia di dominio pubblico data la presenza della corte suprema e di vari processi negli Stati Uniti. Salut au monde

sabato 8 settembre 2007

Un piccolo ciclista pelato

Al mio ritorno da questo piccolo angolo di mondo sotto al livello del mare, nascerà un maschietto. Credo che tra Foligno e 'l Ponte impazzi la corsa al nome. Mia sorella e Luca sostengono che sarebbero stati pronti per una femmina, ma un maschio li spiazza. Non sanno che nome poter scegliere, io ho proposto Holger che da questi parti va per la maggiore, ma saggiamente hanno rigettato la proposta. Così lancio un appello alla comunità dei bloggers affiché li possa aiutare. Io mi cullo in questa giornata dal cielo grigio pensando a come sarà il piccolo che sta per nascere. Sicuramente sarà un uomo di sinistra, bello come lo zio e soprattutto pelato. Rosa e liscio. Un bambino da mia sorella riesco ancora difficilmente ad immaginarlo, ma è bello anche provare soltanto a farlo. Qua tutti i bambini vanno in bicicletta e indossano un caschetto come quello di Bugno durante le cronometro, forse potrebbe essere proprio quello il mio primo regalo. A dire la verità i bambini hanno anche una fantastica bandierina arancione che sventola sopra le loro teste, credo perché possano essere visti anche da lontano. In queste giornate di inizio anno scolastico li incontro la mattina mentre vado all'ufficio, sono diligenti e stanno i fila, ma se li sorpassi ti suonano e fanno un corsa con te. Arrivi in ufficio già allegro e pronto a sorseggiare caffè brodoso per otto ore. Così da quando mi hanno detto che sarà un maschietto lo immagino in bicicletta pronto a fare delle corse lungo la strada di scuola. Ma che bello, un piccolo ciclista pelato

sabato 1 settembre 2007

nel blu dipinto di blu

Tuta blu, scarpe antifortunio, caschetto e cuffiette per il rumore. Indossi tutto e capisci da subito che non è il tuo lavoro, non riesci a spiegarti come mai hai studiato venti anni per sentire freddo la mattina e buttare dentro quella brodaglia di caffè del latte in polvere. Che qualcosa sia andato storto lo capisci quando il capo-squadra ti chiede se hai fatto il training per la sicurezza. Le pupille si dilatano mentre senti la frase che non vorresti sentire "Oh, my God! Oh, my God!". E lo dice a te. Lo sai che sei tu a non aver fatto il corso per lavorare con l'imbracatura sospeso a più di 100 m d'altezza. Ma si rimedia un operaio viene tolto al lavoro e in 40 minuti ti ha già detto tutto. Fai un paio di prove a 20-25 m e se ti salvi sei arruolabile e presto ti ritroverai a salutare gli uccelli dall'alto immerso in un'arietta fresca fresca. Vecchietti passano sotto in bicicletta, si fermano e fanno battute da gestapo sul lavoro. Alle 18 di sera ce n'è sempre uno che passa e dice che ancora il sole è alto e le giornate estive sono lunghe, lo dice mentre tu stai finendo il tuo lavoro con un ultimo caffè brodoso. Dall'alto tutto sembra più piccolo e forse per guardare meglio ti muovi piano piano, senza raggiungere mai la disinvolta camminata che hai a terra con una birra in mano. Vedi che gli uomini attorno a te parlano a gesti, hanno quasi tutti tatuaggi fatti in casa sulle mani, e inizi a sospettare che siano passati per qualche galera. La riflessione inizia da quest'osservazione. Loro fanno il grosso del lavoro, loro sono quelli che se non ce la fai ti aiutano, sono tre volte più grandi di te e si accollano i lavori più pesanti. Scherzano come Trippa davanti a una braciola, lo fanno così solo per cercare di farti ridere e ci riescono. E facile volere bene a gente così semplice, forse anche troppo semplice. Li vedi fare il conto delle ore lavorate con le dita, spostano 50 tonnellate di acciaio sospesi in aria e hanno difficoltà a scrivere e a fare piccoli conti, copiano le ore lavorate dal vicino più bravo e passano tutto al capo-squadra perché possa correggere gli errori. Dopo una settimana che li faticare dalle 7 di mattina fino anche alle 8 di sera vedere questa miseria ti fa crescere una tristezza dentro che difficilmente riesco a scrivere, sembrano davvero bambini delle elementari. Fanno quel lavoro solo perché forse è l'unico che sono riusciti a trovare e poi ti raccontano che a volte nel loro lavoro capita di cadere di sotto, capita di beccarsi un bullone che cade da 120 m e ti buca il caschetto, capita è il loro lavoro. Poi portano su anche te, lavori con loro dentro la navicella e ti sembra di stare dentro una scatola, fai la scaletta e sei sopra la turbina a guardare il panorama, legato logicamente e se sei fortunato vedi un elicottero passare sotto di te, vedi le mucche sotto piccole piccole. Quando devi lavorare dentro la navicella della turbina gli spazi sono stretti e il caschetto lo levi, lo lasci al piano superiore, mentre avviti dadi sotto, ecco. Sali al piano superiore per le scalette di acciaio e senti un urto in testa, bestemmi, lo fai dimenticando che ancora devi scendere in verticale per 108 m attaccato al muro, senti chiedere scusa in tedesco e poi raccogli ciò che ti è caduto in testa, non sai nemmeno a cosa serva, ma vedi una faccia preoccupata e sentire dire la parola blood. Non è il tuo lavoro, lo sapevi dall'inizio e ora che ti senti debole e sull'orlo dello svenimento per la ferita in testa ne sei convinto. Comunque con un sorso d'acqua passa tutto presto e con una fasciatura sei pronto per scendere a terra a arrivare all'ospedale col capo che smadonna perché si è appena rotto un dito un altro ragazzo. Raggi X e nessuna frattura alla mia bella testolina, solo due buchetti che già si stanno rimarginando, in una decina di giorni sarò come nuovo, magari faccio anche ricrescere i capelli, magari. Comunque la settimana è finita e sono salvo e quasi sano, un successo, presto pubblicherò anche le foto con le pecette in testa e la tutina blu. Me le devo soltanto far dare da Lorenzo, ora torno a casa prima che venga giù la pioggerellina del pomeriggio. La bicicletta è bella, ma senza pioggia di più