venerdì 15 febbraio 2008

Immagini

La capoccia è incredibilmente più grande delle mani, ma è bello 'l mi nipote. E celebro così anche l'operazione di mia sorella che si è conclusa con due punti su di un dito, sotto l'unghia se ho capito bene, mi fa impressione solo a pensarci. Meglio evitare. Pubblicherò tutte le immagini in una sezione del prossimo album fotografico. Dopo Yahoo e dopo Flirck credo che mi accontenterò di quanto a disposizione in Alice. Almeno è gratis pagando l'abbonamento ad alice. Sono esasperato da questa continua richiesta di denaro, tutto ormai deve essere pagato. Che sia mediocre o meno, ci rifletto e sinceramente ne rimango schifato. Sospetto anche che maggiore sia la qualità di un servizio e minore dovrebbe essere il suo costo. E' possibile che per mettere delle fotografie in un maledetto spazio web si debba pagare più di 20 € l'anno? Non per il prezzo, ma per il semplice fatto di voler condividere qualcosa con degli amici e non poterlo fare gratuitamente, in un certo senzo liberamente. E' ignobile, la tecnologia va messa al servizio di tutti a prezzi modici e sensati, con spazi liberi e condivisibili. Perché per rendere disponibile a tutti ciò che per me è bello devo essere costretto a pagare, perché? Non vedo nessuna valida motivazione dietro a tutto ciò. Non chiedo niente, voglio soltanto condividere un'immagine. Cancello tutto da Flirck e lo chiudo, ecco, giusto il tempo di trasferire su alice quelle due o tremila fotografie e il gioco è fatto...ci sarebbe a questo punto da valutare la possibilità di spendere denaro pubblico per dotare di rete Wi-Fi le città, se ne parlava in settimana, rendere l'informazione fruibile a tutti in qualsiasi momento della giornata. Disporre i quartieri di alcuni punti con computer pubblici, ma questo già è un discorso molto più azzardato, per ora mi accontenterei di poter condividere immagini facilmente, mi piacerebbe molto che nessuno chiedesse più soldi per pubblicare le mie immagini, per quanto orribili possano sembrare ai più. Scappo a famme bello, lascio la polemica in sospeso, ma domani proverò a affrontare l'argomento affitto, case da studenti e case pagate in nero. Qua sennò pare che il problema del paese sia diventato l'aborto e le alleanze di Veltroni, mo birretta in centro

domenica 3 febbraio 2008

Into the wild


...
I've got this light
I'll be around to grow
Who I was before
I cannot recall

Una bella canzone con una sorprendete storia dietro. E in mezzo a tanto tempo speso senza passare tra queste pagine di bolero c'è stato molto. Un Diego in più. Che sorride compiaciuto dopo aver mangiato, chiude gli occhi e sorride senza guardare nessuno, stringe i pugni soddisfatto solo di sé, come potrebbero esserlo poche persone dopo qualche goccia di latte. E poi una bella storia, quella raccontata dall'ultimo cd di Eddie Vedder e dal film di Sean Penn. Credo che a molti sia capitato di voler fuggire, chiudere con tutto quello che si ha e partire. Magari in Messico, magari al Ponte, magari a Ceppaloni o forse in Alaska o alla caccia di balene. Credo che se si fugge si sta male, quello che si cerca è un'altra vita, che non c'è quasi mai, per quanta curiosità in più si abbia nei primi giorni della fuga, per quanta eccitazione sia ad accompagnare il viaggio, mi immagino la difficoltà di trovare conforto nel cancellare tutto. Non credo che ce la farei, ma io sono un uomo debole, si sa. Però la partenza e tutta la novità dei primi giorni è bella, la gente nuova che si conosce vale tanto. Ma a me è sempre sembrato poco rispetto a persone con cui si sono spesi anni, forse anche quelli più belli. Da qualche tempo comunque sto ricordando il Marocco, quelle montagne colorate e le piazzette che puzzano di tè e tagin, e l'equilibrio di una società lontana dalla nostra. Dovessi fuggire forse arriverei là, sull'Atlas. Mi vestirei da tuareg e inizierei a tessere un tappeto da vendere a peso d'oro ai pochi turisti, fischiettando da idiota come qualcuno non faticherebbe ad immaginarmi. Chissà dove fuggirebbero li amici mia, se fuggirebbero prima di tutto...ci rifletto e scappo a mettere le scarpe, che con i piedi freddi si va poco lontano