domenica 11 febbraio 2007

Private

Finalmente pare che qualcosa inizi a muoversi. Poco rimane comunque sempre meglio di niente, anzi quasi sempre meglio di niente. Con le dovute eccezioni, logicamente. Non voglio parlare di tutta l'estenuante storia dei ex-pacs o dico, che sembrano attualmente il più grande problema dell'Italia, ma voglio concentrarmi sulle parole che sento in merito alle privatizzazioni dell'acqua, pare che in poco tempo le nostre miserevoli amministrazioni locali, pieni di collusioni con tante dittarelle, accordi con qualche multinazionale e con un sistema clientelare abbastanza disgustoso non potranno più privatizzare l'acqua. Mi riferisco a quei comuni che già negli ultimi anni hanno deciso di affidare i servizi idrici a gruppi privati. Il governo sembra essere per una volta tutto d'accordo stabilendo una moratoria. Finalmente i primi passi iniziano a farli, finalmente io inizio ad aspettare che qualche amministrazione come quella di Arezzo venga messa con le spalle al muro. Perché un'amministrazione locale dovrebbe trasferire un bene gestito con un sistema monopolistico ad un privato? Localmente quel privato potrà fare tutto, non ha concorrenza e se un cittadino vuole l'acqua, la paga. Il bene è pubblico, i guadagni della gestione privata rimangono in mano di pochi. Quest'approsimazione nella gestione dei beni pubblici è imbarazzante, dovrebbe essere imbarazzante solo parlarne per i comuni e i dipendenti di queste ditte private. Conosco invece un ingegnere che lavora per la Suez (che a Arezzo prende l'impegnativo nome di NuoveAcque), è entrato con la raccomandazione di un sindachetto e ora si vanta di lavorare per questi industriali che si fanno grandi con poco, con quel poco che dovrebbe essere di tutti. Se un mio amico finisce in quel modo lo gonfio de botte, senza mezzi termini. Vorrei che qualcuno si chiedesse perché se un bene è pubblico deve passare per le mani di un privato che ne ricava profitto, non riesco a capirlo. Sarebbe più bello vedere che persone che hanno studiato venti anni della loro vita o più evitassero di pensare solo allo stipendio a fine mese,magari 100-200 euro in meno potrebbero valere una scelta diversa. Per fortuna che un primo passo forse lo farà questo governo con un decreto. Spero che tra i politici qualcuno inizi veramente a capire quanto sia necessario mantenere delle zone franche in questa società, le zone di cui hanno bisogno tutti e non solo chi se lo può permettere. La scuola, l'università, la sanità e l'acqua. Mi sono stufato di vedere gente che si fida più di una bottiglietta d'acqua minerale che dell'acqua che viene giù dal rubinetto di casa. O quantomeno preferisco poter avere ancora una possibilità di scelta tra l'acqua del rubinetto e la bottiglia di plastica. O peggio ancora tra l'acqua del rubinetto e la Coca-Cola. La foto è rubata all'agosto andaluso

1 commento:

Anonimo ha detto...

basterebbe vedere chi i ds hanno messo a capo di umbriaacque. uno che di acqua sa quanto ne so io di panificazione. per dire che la gestione meta-privata di certi approvigionamenti ha pure il solito risvolto clientelare. mamma mia, che brutta cosa i comunisti che si comportano da papponi (cioè i nostri, cioè l'umbria)