sabato 25 novembre 2006

Virgilio y Homero



La prima volta che ho ascoltato il bolero che dà il nome a questo blog è stato ovviamente per puro caso, erano quei giorni passati nell'eccitazione per aver visto Parla con lei, al cinema. Ma non divagherò su Almodóvar e le sue sorprendenti scelte musicali, non è questo il post. In ogni caso, l'eccitazione a cui mi riferisco è quella legata all'interpretazione di Caetano Veloso nel film, se non mi ricordo male seggiolina e chitarra come a Umbria Jazz. Spero di non sbagliare. Ho iniziato ad avvicinarmi alla musica sudamericana, così, per caso, dire per sbaglio non sarebbe corretto. Nel cd comperato solo per ascoltare Cucurrucucú Paloma di Caetano, c'era un bolero bellissimo fin dal primo ascolto, le altre canzoni hanno avuto bisogno di più tempo per essere apprezzate. Passando di cd in cd ho ritrovato lo stesso bolero in una versione ancora più bella che si avvicina al flamenco, suonato dal pianoforte di Bebo Valdes. Un esule cubano di cui potrebbe parlare più di me la mia cara Delphine, visto che me ne parlò per la prima volta proprio lei al Cine de Verano al Sacromonte. Ritorna ancora un film bellissimo ai margini di questo bolero, il film era El milagro de Candeal un documetario sull'origine comune e africana della musica brasiliana e cubana. Tra film e cd ho capito bene il testo solo da poco, diciamo un annetto? Il ritardo è dovuto ai limiti del mio spagnolo. Il tango è venuto poi, insieme ai fratelli Expósito. Virgilio e Homero. Uno compositore e l'altro scrittore. Figli di Don Manuel Exposito pasticcere e confettiere della provincia argentina, anticlericale e anarchico come la moglie. Cresciuto nella "Casa de los Niños Expositos". I due fratelli non potevano che diventare grandi artisti, lo dicono loro stessi, basta leggere qualche dichiarazione rilasciata ai giornali nel corso degli anni. Virgilio deprecava i comportamenti e la visione del tango di Carlos Gardel, mentre l'altro, Homero, cercava il successo nella gastronomia e ristorazione, senza trovarlo mai, in nessun luogo dell'Argentina. I ristoranti aprivano e chiudevano, mentre i due fratelli avevano sempre più successo con i loro tangos. E i giornali li cercavano, in un intervista che ho appena ricercato sul Clarín Virgilio dichiara:
"quando uno ha scritto più di duemila canzoni, quando insegna e ha allievi, quando si alza ogni mattina con un nuovo progetto di vita, come adesso che ho formato un trio, e arrivate voi a chiedermi quanti anni ho, devo rispondervi che non sono immortale, però sono un artista, e un artista non compie anni, ma opere"
Ovviamente non hanno scritto solo tangos, il tango rappresenta solo il loro successo. Un bolero scritto da Virgilio e Homero è stato subito un grandissimo successo internazionale, ma di un pianista cubano, Ignacio Villa più noto come Bola de Nieve, forse la foto lo avvicina alla razza cagnina. Il bolero è Vete de mí, in serata forse il testo...mo basta che inizio a sentirmi come Minà, solo meno ciaffo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel bel bel bel post !

Anonimo ha detto...

l'arte è intimamente presente in ogni espressione di pasticceria. la crema e il cioccolato sono territorio di sogni