sabato 1 settembre 2007

nel blu dipinto di blu

Tuta blu, scarpe antifortunio, caschetto e cuffiette per il rumore. Indossi tutto e capisci da subito che non è il tuo lavoro, non riesci a spiegarti come mai hai studiato venti anni per sentire freddo la mattina e buttare dentro quella brodaglia di caffè del latte in polvere. Che qualcosa sia andato storto lo capisci quando il capo-squadra ti chiede se hai fatto il training per la sicurezza. Le pupille si dilatano mentre senti la frase che non vorresti sentire "Oh, my God! Oh, my God!". E lo dice a te. Lo sai che sei tu a non aver fatto il corso per lavorare con l'imbracatura sospeso a più di 100 m d'altezza. Ma si rimedia un operaio viene tolto al lavoro e in 40 minuti ti ha già detto tutto. Fai un paio di prove a 20-25 m e se ti salvi sei arruolabile e presto ti ritroverai a salutare gli uccelli dall'alto immerso in un'arietta fresca fresca. Vecchietti passano sotto in bicicletta, si fermano e fanno battute da gestapo sul lavoro. Alle 18 di sera ce n'è sempre uno che passa e dice che ancora il sole è alto e le giornate estive sono lunghe, lo dice mentre tu stai finendo il tuo lavoro con un ultimo caffè brodoso. Dall'alto tutto sembra più piccolo e forse per guardare meglio ti muovi piano piano, senza raggiungere mai la disinvolta camminata che hai a terra con una birra in mano. Vedi che gli uomini attorno a te parlano a gesti, hanno quasi tutti tatuaggi fatti in casa sulle mani, e inizi a sospettare che siano passati per qualche galera. La riflessione inizia da quest'osservazione. Loro fanno il grosso del lavoro, loro sono quelli che se non ce la fai ti aiutano, sono tre volte più grandi di te e si accollano i lavori più pesanti. Scherzano come Trippa davanti a una braciola, lo fanno così solo per cercare di farti ridere e ci riescono. E facile volere bene a gente così semplice, forse anche troppo semplice. Li vedi fare il conto delle ore lavorate con le dita, spostano 50 tonnellate di acciaio sospesi in aria e hanno difficoltà a scrivere e a fare piccoli conti, copiano le ore lavorate dal vicino più bravo e passano tutto al capo-squadra perché possa correggere gli errori. Dopo una settimana che li faticare dalle 7 di mattina fino anche alle 8 di sera vedere questa miseria ti fa crescere una tristezza dentro che difficilmente riesco a scrivere, sembrano davvero bambini delle elementari. Fanno quel lavoro solo perché forse è l'unico che sono riusciti a trovare e poi ti raccontano che a volte nel loro lavoro capita di cadere di sotto, capita di beccarsi un bullone che cade da 120 m e ti buca il caschetto, capita è il loro lavoro. Poi portano su anche te, lavori con loro dentro la navicella e ti sembra di stare dentro una scatola, fai la scaletta e sei sopra la turbina a guardare il panorama, legato logicamente e se sei fortunato vedi un elicottero passare sotto di te, vedi le mucche sotto piccole piccole. Quando devi lavorare dentro la navicella della turbina gli spazi sono stretti e il caschetto lo levi, lo lasci al piano superiore, mentre avviti dadi sotto, ecco. Sali al piano superiore per le scalette di acciaio e senti un urto in testa, bestemmi, lo fai dimenticando che ancora devi scendere in verticale per 108 m attaccato al muro, senti chiedere scusa in tedesco e poi raccogli ciò che ti è caduto in testa, non sai nemmeno a cosa serva, ma vedi una faccia preoccupata e sentire dire la parola blood. Non è il tuo lavoro, lo sapevi dall'inizio e ora che ti senti debole e sull'orlo dello svenimento per la ferita in testa ne sei convinto. Comunque con un sorso d'acqua passa tutto presto e con una fasciatura sei pronto per scendere a terra a arrivare all'ospedale col capo che smadonna perché si è appena rotto un dito un altro ragazzo. Raggi X e nessuna frattura alla mia bella testolina, solo due buchetti che già si stanno rimarginando, in una decina di giorni sarò come nuovo, magari faccio anche ricrescere i capelli, magari. Comunque la settimana è finita e sono salvo e quasi sano, un successo, presto pubblicherò anche le foto con le pecette in testa e la tutina blu. Me le devo soltanto far dare da Lorenzo, ora torno a casa prima che venga giù la pioggerellina del pomeriggio. La bicicletta è bella, ma senza pioggia di più

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Mannaggia alla testa!

te voio bene, ma deve stacce atento!

Sennò le biondine...

Anonimo ha detto...

Un bacino sulle pecette! Cerco di non preoccuparmi... ma la domanda è: il tuo lavoro sarà tutto così anche in Italia?

P.S. La creatura ha cominciato a fare capriole e muoversi, forse anche a tirare il cordone quando si annoia, del resto non dovrebbe esserci molto da fare lì dentro :)

Anonimo ha detto...

mannaggia al clero, focherelli, sta'tente!

Anonimo ha detto...

federì, mannaggia! proprio l'ultimo giorno! però leggo che l'hai presa bene, via... oggi una mentina mi ha fatto pensare a te, e visto che son tante, plurimi pensieri verso te si prospettano! un bacino

Anonimo ha detto...

Grandi storie d'amore cominciano con una bella botta in testa,anche se in senso lato.Ormai hai segnato il territorio!Auguri per i due buchetti e a presto!;-)

Personaggio Narrante ha detto...

Fochi di qui tocca venitte a trovà prima che sto lavoro diventi pericoloso... mai avrei creso che ingegneria fosse uno sport così estremo...

Anonimo ha detto...

Mai togliere il caschetto, anche se è una bega, caro Focus, ma lo avrai capito da solo! Ricordo quando imparai questa regoletta dando una testata al gancio del carroponte di Terni. Se non avessi avuto il mio bel caschetto azzurro, non l'avrei raccontata. Il caschetto l'ho tenuto e l'ho usato nei cantieri dell'SGM! Ma com'è che gli ingegneri italiani stringono bulloni, montano finestre, si sporcano d'olio e mangiano polvere? Non dovevamo stare tutto il giorno in giacca e cravatta ed avere un macchinone da 50000 euro?

Anonimo ha detto...

ma 'nfatti me sa che n'n c'avete capito 'n cazzo

Matteo Tacconi ha detto...

Ma quando torni? Lì ti uccideranno, presto.

Matteo Tacconi ha detto...

Ma quando torni? Lì ti uccideranno, presto.

Anonimo ha detto...

No, no il mio futuro lavoro sarà molto diverso, da ufficio diciamo. Niente bulloni da avvitare e qualche madonna da tirare giù solo perché si inceppa il computer, come oggi pomeriggio...

Anonimo ha detto...

a mbè, l'è uta na smaltita! in questi casi i Dolcetti sono la migliore medicina

Anonimo ha detto...

Fochi, informete su questo presunto capolavoro della letteratura tedesca contemporanea (vivente del terzo mondo, certo): "vite nuove", di tale ingo schulze. il romanzo della riunificazione, dicono. ché io vedrai che lo comprerò

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

Perche non:)