
Carlinhos Brown è il protagonista di un film meraviglioso che me lo ha fatto conoscere, ora sto aspettando il suo concerto a Umbria Jazz da settimane. Nel film si racconta la storia di un progetto sociale prima che musicale, una favela che non ha più droga, delinquenza e armi. Ha un conservatorio dove musicisti da tutto il Brasile si ritrovano e uno studio di registrazione internazionale. Candeal è un quartiere di musicisti che grazie alla musica si ritrova con acqua e sanità, quello che non ha mai avuto con la droga. Il film racconta il viaggio di Bebo Valdés, un musicista cubano in esilio che vive a Stoccolma e che prima della pellicola pare abbia detto al regista del film: "L'unico luogo al mondo che vorrei visitare prima di morire è Bahia". Anch'io prima di morire voglio vedere Bahia, vedere Candeal e il carnevale. Nel documentario si parla dell'origine africana della cultura cubana e brasiliana, si comincia con il viaggio di Valdés a Bahia in mezzo alla musica di un'intera comunità. La purezza, l'integrità e l'innocenza di Valdés sono la parte più bella del viaggio, quella parte che meglio descrive l'idea del progetto sociale di Carlinhos Brown. Fare a meno delle armi, ma non della musica, capire prima le radici della propria cultura e fuggire dall'obiettività, un punto di vista pretenzioso da cui non si vede mai niente. Le riprese si fermano su strade decrepite piene di piccoli musicisti che non hanno altro se non i suoni africani delle percussioni che nel film nascono in una lezione tenuta in strada da una foglia secca fatta suonare contro la terra. Passando per un ombrello suonato per la piazza si arriva ad essere sommersi dall'insieme di tamburi ciascuno dei quali suona qualcosa di differente. Se riuscite a ritrovare la pellicola guardatela, mette allegria ed è un'esperienza memorabile, andrebbe vista da tutti, e mi auguro che ancora più bello sia il concerto che ci aspetta a Umbria Jazz