domenica 11 marzo 2007

montagna di qua, montagna di là



So mejo de la sciampagna
li vini de 'ste vigne
ce fanno la cuccagna
dar tempo de Noè

...
Il locale è vuoto, semplice e aperto. L'orario non è più quello di una cena. Ci accoglie un uomo, probabilmente fascista, con orologio d'oro e più di un anello, ma è gentile. Ci dice che nel suo locale non è mai tardi, a me comunque sembra proprio tardi. Sarà che siamo gli unici clienti, sarà che fuori inizia a fare freddo, sarà che ho fame. Sono le 22:28 e ancora non ci siamo seduti per mangiare, Trippa è stato bravo. Dicendo soltanto "va giù", ci ha portato a spasso prima per Roma e poi per i castelli. Abbiamo sbagliato quasi ogni strada, io credo che sia stato tutto colpa della vecchiaia. Voleva la porchetta, voleva la piazzetta di Ariccia col vino frizzantino di quelle parti. Ma la mancanza di parcheggio lo ha costretto ad arrivare fino a Rocca di Papa, con le case costruite una sull'altra e quattro persone tra i viottoli stretti. Niente porchetta, solo Gozzi, Chiara, Trippa e io. Non c'era nessuno. A parte una cuoca che stava mangiando una pizza, in un locale illuminato come se fosse natale davanti ad una piazzetta che forse è anche una terrazza da cui si vedeva tutta Roma. Non me lo sarei aspettato, ma all'improvviso avevamo tutto. L'amore di Gozzi e Chiara, le luci di Roma, un vino rosso sul tavolo e il cibo che stava arrivando. Il vino era di una bontà rara e la schiacciata richiesta da Busti in persona era "unta al punto giusto", come l'ha definita Trippa stesso. Pecorino piccante, salumi vari e delle rondelle di melanzane. Poi pappardelle, fettuccine, funghi, lombata e cicoria. Io ammetto di aver mangiato quanto Trippa, anzi abbiamo iniziato insieme fin dal pomeriggio e abbiamo finito a mezzanotte abbondante sempre insieme. A chiudere brutti-buoni e caffè. La libreria di Gozzi è comunque bellina, un po' come il centro del Ponte. Intanto penso che Bozzi se ne andrà a Roma e che la città lo cambierà in qualche modo, ma questa è un'altra storia. Invece per il prossimo fine settimana si prospetta un'altra gita, forse dalle parti di Orvieto, forse.
...
Li prati a tutto spiano
so' frutte, vigne e grano
s'annamo a mette lì
Nannì, Nannì.

È sera e già le stelle
te fanno un manto d'oro
e le velletranelle
se mettono a canta'
se sente 'no stornello
risponde un ritornello
che coro vie' a senti'
Nannì, Nannì.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

... e giusto le velletranelle...

Anonimo ha detto...

a legge sto post m'hai fatto venì fame... bravi bravi a Roma, immaginavo facesse freddo, magari ci si tornerà più in là quando si starà bene anche di sera...io lo propongo già da ora! ma poi il tuo amico australiano che fine ha fatto? un bacione fedi! torno alla mia relazione

Anonimo ha detto...

effettivamente ho parlato un po' troppo di cibo, comunque il buon Daniel dal Brasile è passato in Bolivia, e mi ha mandato giusto un paio di giorni fa qualche fotografia, mo te ne giro un qualcuna...ti piace eh?

Anonimo ha detto...

comunque, caro bardotto, il canto trippiano era "monte di qua, monte di là". fossi in te dedicherei qualche altra riga al finale con la insensata deviazione lungo la flaminia. epperò va bene lo stesso.
e ora, orvieto

Anonimo ha detto...

spettina! so'nnamorata....ma tanto quando passerà da qui, eh?

Anonimo ha detto...

ma chi è 'nnamorata? bri?

Anonimo ha detto...

O Capellò, com'è? iersera col tacco se diceva de andà a vede la finale de rugby ita-irl al buskers. non so a che ora giochino. ma tu guarda il caso, vien proprio pel giorno del san patrizio loro patrono. brutto segno per noi. comunque contatta Zamponi per accordi. ciao

Unknown ha detto...

Ma insomma, qui nessuno scrive un post???????

Federico ha detto...

Appena fatto, come da richiesta...le coincidenze della vita