giovedì 3 gennaio 2008

Angola


Il raffreddore sta passando, la gola non pizzica più e la febbre se n'è andata, finalmente. Mi affaccio alla finestra e continuo a vedere le montagne intorno innevate, sembra che voglia nevicare ancora. Ma perché? Che bisogno ha "la dolce linea che disegna la campagna umbra" di un'altra nevicata, di neve intendo. Non ne vedo l'esigenza. Non sopporto più l'inverno, credo che sia questo il problema, il freddo e il grigio. Preferisco la primavera e l'estate, con le minigonne e le donne abbronzate che passeggiano per il centro. Anche se io rimango pallido ad aprile come d'estate, comunque, ma questo è un'altro problema. Succede che in queste giornate invernali mi ritrovi a guardare il mio nuovo libro verde, corposo e a pensare all'Angola. Poi mi chiedo com'è che gli unici libri africani che abbia letto siano stati scritti in Angola, com'è che senza saperlo mi ritrovo un libro di Lobo Antunes che parla di Angola. Com'è che non ho vinto 520 € scommettendo sulla vittoria 2-1 dell'Angola nella partita d'esordio agli ultimi mondiali. Com'è che l'unica canzone che è rimasta della mia vecchia esperienza di emule sia Angola di Cesaria Evora, quella che sento sempre all'Osteria del tempo perso. Inizio a pensare all'Africa, inizio a preoccuparmi di tutte queste coincidenze. Credo che prima o poi sia necessario visitare questo continente, il deserto e una realtà con tempi completamente diversi. Forse. Non riesco bene nemmeno a immaginarmi come potrebbe essere un viaggio in Africa, in Angola per l'esattezza. Ma proverò a iniziare con un libro di Lobo Antunes che inizia così:

Non so se lei disse
-Era questa la casa
o
(forse)
- Vent'anni fa noi
o
(può darsi, non ne sono sicuro)
- Ho abitato qui
oppure non disse nulla, si limitò a salire da Muxima per
venirmi accanto, forse un po' davanti a me...
E' bello quest'inizio e mi sento di lasciare qua in fondo l'invito a leggere Lobo se non lo avete mai fatto. Ora l'omaggio a Gozzi con la lista dei libri comperati col buono.

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