sabato 10 novembre 2007

Aalborg

E' una città carina, rossiccia come i mattoccini delle costruzioni e tranquilla, piena di studenti e di insalate mangiate per cena. Salutare, da certi punti. Salutare se non fosse per il vento gelato che ti accoglie la mattina, salutare se non fosse che per l'equivalente di 25 euro mangi due polpette. E poi io devo capire quest'abitudine nordica di chiudere i negozi alle cinque o sei del pomeriggio. Avrei voluto comperare la maglia dell'Aalborg, rossa e bianca come generalmente sono soltanto le maglie più belle, quelle dell'Ajax e dell'Arsenal. Ho deciso che comprerò quella del Werder Brema la settimana prossima. Il corso è andato bene, qualcosa in più ho imparato e qualcosa in più ho capito. Ma questo mondo della ricerca eolica, mi sembra limitato, tutti fanno le loro belle prove, i loro calcoli e i loro studi su queste lande piatte e ventose scandinave o poco meno. Tutti gli esempi che vedo e che usano sono tra Danimarca e Irlanda. Poi si stupiscono quando si trovano in difficoltà nel sud Europa, magari è un impressione sbagliata, che avrò soltanto modo di appronfondire al ritorno in patria. Comunque l'università di Aalborg mi ha colpito, spoglia e essenziale, ma spaziosa e piena di vetrate, mi è piaciuta proprio. Consiglio a chi possa di farci un salto di arrivare fin lassù, io mi sono perso il deserto danese là vicino, ma il tempo era proprio stringato. Credo comunque che ho raggiunto la massima latitudine della mia vita, non me la sento di andare oltre, nemmeno in estate. Mi ricordo quando con Giovi a Praga e Copenaghen si diceva che certe città dovessero essere visitate in inverno, bhe, sbagliavamo...
E poi sento le notizie di Perugia, sembra che tutti ne debbano parlare, sembra che ormai il luogo sia governato dalla delinquenza, io inizio a preoccuparmi e anche ad incavolarmi. Da un paio di giorni mi ritrovo inquieto, forse perché mi aspetto sempre un po' troppo dalla gente o da certa gente, che magari parla senza sapere le cose, quelli che devono insegnarti come si campa necessariamente, perché loro soli hanno vissuto e non si fermano mai a guardarsi intorno. Ma questo è un discorso vago e confuso che abbandonerò rapidamente, lasciandolo qua in sospeso e senza tante aggiunte, mo è il momento di scrivere a Giovi e basta, come promesso e come voglio.
Un abrazo a los demás

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sbagliavamo, dunque. sospettavo fosse la solita spocchia da provocatori. va detto che eravamo pure reduci dalle giornate infernali di trieste. comunque...
dai, bambocci, che tra poco artorni.

Anonimo ha detto...

Meno male che non leggo il tuo blog cosi spesso, avrei un sacco da dire.

1) la maglietta del Aalborg non l hai comperata solo perche hai le braccine corte e non perchè i negozi chiudono presto!!!

2) I tuoi commenti sulla università di Aalborg sono patetici!!!! Mi sembra che l unica cosa che ti abbia colpito siano i mattoni rossi, ma se osserviamo da più vicino le tue foto mi sembra che in ogni foto ci sia un puntino biondo ed non è la birra!!!!!!(Ti sei dimenticato della MUSSA?)

Mi sento in dovere di fare un appello:
AMICI DI BAMBOCCIO QUI AL NORD NON è COSì NOIOSO COME DICE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!SPERO SOLO CHE CHI CONOSCE BAMBOCCIO SAPPIA CHE è UN BRAVO CRISTO MA CON L HO SPIRITO DI MIA NONNA.

Un sauto a tutti spero di conoscervi presto

Lorenzo